Nona tappa: California On The Road (parte 1)
Quando mancano poco meno di 20 giorni alla fine della nostra avventura, atterriamo a San Francisco per iniziare quello che più di tutti è un viaggio nel viaggio. Abbiamo meno di 48 ore nella City by the Bay, quanto basta per restare folgorati dalla maestosità del Golden Gate, passeggiare tra le case color pastello e godere del clima rilassato di questa elegante città. Salutiamo a malincuore San Francisco dai finestrini della nostra macchina a noleggio e ci lanciamo alla scoperta delle selvagge terre della California.

“E’ bello perchè è rosso” cit.
Dimenticatevi lo stress della guida europea, dei continui semafori, dei clacson che suonano uno dopo l’altro: guidare in America è un’emozione unica e dona un senso di libertà che difficilmente proverete altrove. Le strade sono enormi, gratuite (almeno in California) e il paesaggio è da togliere il fiato. Nel giro di qualche centinaio di chilometri attraverserete campi di grano di un giallo inimmaginabile e foreste verdissime dagli alberi immensi; poi vi perderete in città grandiose, e all’improvisso ripiomberete nel bel mezzo di un arido deserto che sembra non darvi scampo fino a quando, là in fondo, all’orizzonte, comincerete a intravedere alte montagne innevate. E quello sarà solo l’inizio.

non è un quadro
Il Sequoia National Park è la prima tappa del nostro on the road in California. Se al mondo esistessero per davvero creature fantastiche come fate e gnomi, non potrebbero che vivere in questo luogo meraviglioso. Arriviamo al parco da Visalia, una cittadina anonima e dispersa nel nulla dove si incontrano più motel che abitanti. Dopo una mezzora di autostrada tra colline gialle come sabbia, appaiono le prime montagne ricoperte di una morbida, rigogliosa vegetazione. La via si fa stretta e i tornanti si fanno strada tra possenti sequoie di cui non si vede la fine. I raggi di sole accarezzano le fronde degli alberi illuminando il tragitto con fasci di luce distinti e ben visibili.
Ci fermiamo a bordo strada per qualche minuto, in silenzio. Per la prima volta, la natura riesce a commuoverci. Raggiunto il parcheggio, comincia il percorso a piedi in mezzo alla foresta per vedere il Generale Sherman, l’albero più grande e vecchio del mondo. Questa sequoia svetta per 83 metri nel cielo, ha circa 2500 anni e rami grandi quanto alberi.

Alberi piccoli
Il Sequoia National Park è forse il meno visitato dei grandi parchi americani. La maggior parte dei turisti prediligono il ben più famoso Yosemite, il gigantesco Yellowstone e l’imprescindibile Grand Canyon. Noi non abbiamo avuto scelta dato che molti dei parchi (escluso il Grand Canyon) durante la stagione invernale sono chiusi causa neve. E non poteva andarci meglio: la Giant Forest all’interno del Sequoia è uno spettacolo magico, unico al mondo. Passeggiare tra quei giganti è un’esperienza che non dimenticheremo mai.
Dopo una sosta per la notte a Bakersfield dove assaporiamo il personalissimo concetto di insalata degli americani, ci rimettiamo di nuovo in marcia, direzione Los Angeles.

Sotto ci sono anche i fagioli
Stiamo due giorni nella Città degli Angeli e ci basta per cambiare la nostra nozione di “città grande”. La patria del cinema è immensa, impensabile da girare a piedi, tanto che per spostarsi da un quartiere all’altro si percorrono intricate autostrade a 10 corsie. Facciamo un giro a Venice Beach che diventa subito la spiaggia più grande che abbiamo mai visto, passeggiamo lungo la Walk of Fame, saliamo all’osservatorio Griffith per ammirare la famosa scritta “Hollywood”, beviamo una birra nel pub che frequentava Lemmy e vediamo il tramonto sul molo di Santa Monica, all’ombra delle giostre del luna park, mentre un artista di strada canta stonato canzoni romantiche. La mattina dopo facciamo il bucato in una tipica lavanderia a gettoni americana e salutiamo con piacere questa città esageratamente grande, cara e invivibile.
Dopo circa quattro ore di deserto, un posto di blocco della polizia e mezza discografia di Battisti, arriviamo a Lone Pine e ci fermiamo per la notte. Si tratta di un’affascinante paese ai piedi della montagna più alta d’America e a pochi passi dalle Alabama Hills, sito diventato famoso perché set cinematografico di quasi tutti i film western americani girati dagli anni ‘40 agli anni ‘70. E il tempo sembra essersi fermato a quell’epoca. A Lone Pine c’è un sola strada sulla quale sorgono tutte le attività commerciali, le case, gli hotel e il Museum of Western Film History.

freddissimo
Noi alloggiamo in un piccolo albergo che ha mantenuto l’aspetto dell’epoca, con tanto di camino nella hall e sedie a dondolo per rilassarsi con una tazza di caffè caldo. Prima di andare a dormire andiamo nel locale più in voga della zona a mangiare quello che probabilmente ricorderemo come il miglior hamburger con patatine fritte della nostra vita.
Finalmente siamo pronti ad attraversare la Death Valley.
Fine prima parte.